ANCHE AI BAMBINI PUO' SPEZZARSI IL CUORE

16.02.2013 09:50

L'importanza dell' attaccamento

L'attaccamento non è altro che la tendenza umana, profondamente radicata, di avvicinarsi ad altri esseri umani per creare legami emotivi significativi. E' un'attitudine del tutto naturale e sana, non è una regressione, nè una patologia. Infatti, che ci piaccia o no, siamo geneticamnee programmati in modo da avere bisogno di attaccamenti primari, fondamentali, che danno senso e valore alla nostra vita. Credere che i comportamenti di attaccamento riguardino soltanto l'infanzia è un errore, poichè sono una costante di tutta la vita ( Bowlby, 1979).

Una delle caratteristiche proprie dell'attaccamento è che nei periodi di separazione si sente molto la mancanza della persona lontana, fino a soffrirne e si cerca in tutti i modi di tornare vicini, di ristabilire il legame.

Un attaccamento primario forte, sicuro e affidabile è fonte d'immensa gioia per il bambino; è ciò che dà senso al suo mondo, che lo colora, lo illumina, è una ricchezza interiore, una risorsa per la sua vita. Questo attaccamento lo rende psicologicamente forte, nutre il suo senso di speranza quando deve affrontare una sfida, gli permette di percepire il mondo come un luogo sicuro. Una vita arricchita da attaccamenti forti fa sentire al bambino il fascino del mondo che lo circonda. L'amore di una persona, in altre parole, si trasforma in amore per la vita stessa.

Le potenti sostanze chimiche rilasciate durante le interazioni tra persone che si amano profondamente sono l'ossitocina e gli oppiacei. Le ricerche mostrano che sia gli esseri umani che gli animali preferiscono trascorrere il tempo in compagnia di chi scatena loro il rilascio di ossitocina e oppiacei. Come sostiene il neurobiologo Panksepp, << dal lavoro svolto sugli animali possiamo dedurre che i sistemi cerebrali di rilascio di ossitocina e oppiacei sembrano essere la causa principale di quelle sfuggenti emozioni che noi umani chiamiamo accettazione, appagamento, amore, [...] affetto>> (Panksepp, 1998).

Perciò, anche i bambini soffrono terribilmente quando una persona che amano muore o li abbandona. Non c'è motivo di evitarlo: il corpo e la mente degli esseri umani sono geneticamente programmati in questo modo. L'ansia da separazione stimola il rilascio di ormoni dello stress tanto forti da far sì che il bambino non sia in grado di gestire la situazione da solo. E' una sorta di inferno ormonale. In altre parole, la chimica cerebrale del dolore è connessa a quella relativa all'ansia da separazione e inoltre gli oppiacei creano dipendenza.

Quando un bambino perde qualcuno che ama profondamente si verifica un innalzamento del livello dell'acetilcolina nella parte superiore del cervello, che provoca stati di rabbia e di aggressività. Il conforto attiva nuovamente nel suo cervello il rilascio di oppiacei e ossitocina.

Il lutto nei bambini

Benchè sia spiacevole pensarlo, benchè sia difficile applicarlo a coloro che amiamo, benchè vorremmo tanto che non fosse così, noi tutti siamo mortali. Il dolore nell'infanzia è diverso da quello che si prova da adulti. Gli adulti hanno un'idea più chiara del carattere definitivo della morte. Gli adulti sentono il dolore in modo più intenso e concentrato. I bambini, al confronto, non sono in grado dal puto di vista cognitivo di capire la morte come noi. Quindi essi soffrono senza lo stesso livello di comprensione di ciò che sta accadendo loro, perchè non hanno ancora avuto esperienza di qualcosa di definitvo come la morte di qualcuno. I bambini si rattristano più sporadicamente degli adulti e sono più capaci degli adulti di accantonare il dolore, concentrando la mente su qualcosa di piacevole.

Generalmente i bambini della scuola materna credono che la morte riguardi solo le persone anziane, mentre i bambini della scuola elementare tendono a vedere la morte come un essere tangibile, come un fantasma, uno spettro, una figura incappucciata con la falce. I bambini di questa età sanno che la morte può capitare a una persona giovane come a una persona anziana e che essa può avere molte cause. Tuttavia credono ancora che la morte di solito riguardi altre persone. Intorno ai dieci anni circa i bambini cominciano a temere davvero che un genitore possa morire e possono avere degli incubi riguardo a questo. Gli adolescenti sono affascinati dalla morte e spesso trascorrono il tempo fantasticando sulla loro morte, spesso con sgomento dei loro genitori. Tuttavia, non si rendono ben conto del carattere definitivo della morte e della loro reale impossibilità di andare al proprio funerale. La morte è romanzata in molti libri che leggono. Possono persino trovarsi a sfidare la morte, guidando ad alta velocità, sperimentando droghe, correndo inutili rischi o praticando attività potenzialmente pericolose.

Ci sono diverse situazioni di morte. Un conto è quando la persona che è morta è anziana o quando c'è stata una lunga malattia, come il cancro, e il bambino è stato coinvolto nel processo del dolore prima che la morte sopraggiungesse. In questa situazione il bambino avrebbe visto il naturale avanzare dell'invecchiamento o il naturale deperimento della persona che soffriva di una lunga malattia. Una parte della sofferenza può essere stata elaborata prima che sopraggiungesse la morte e, forse, la morte potrebbe aver portato un senso di sollievo. Diverso è, invece, quando la morte è avvenuta più o meno senza preavviso, come per un infarto o un incidete d'auto. In casi del genere non c'è stata alcuna opportunità di osservare cambiamenti fisici nella persona che sta per morire e che aiuterebbero il bambino ad accettare l'avvicinarsi della morte. L'intera famiglia potrebbe vacillare sotto un tale colpo e avere poco tempo per pensare ai particolari bisogni di un bambino. E' necessario che il genitore rimasto in vita, il nonno o un altro parente prenda il bambino da parte e gli dica precisamente ciò che è avvenuto, risponda alle sue domande, lo incoraggi a esprimere i suoi sentimenti, gli spieghi cosa significhi morire, gli dia l'opportunità di dire addio a suo modo alla persona che è morta, lo includa nei progetti per il funerale e nel funerale stesso e gli offra l'amore e il sostegno di cui ha così disperatamente bisogno per poter superare il dolore della perdita che anche lui ha subito.

Ci rendiamo conto che i bambini che perdono un genitore spesso sognano a occhi aperti la loro stessa morte, considerandola un modo per riottenere la compagnia della persona scomparsa. Abbiamo imparato che i bambini che perdono un genitore spesso, più avanti negli anni, trovano difficoltà nello sviluppare relazioni personali. C'è un sotteso timore di essere abbandonati, come quando quel genitore è venuto a mancare. Per evitare ciò, dobbiamo essere consapevoli che i bambini soffrono anche se il loro dolore non si manifesta in modo evidente; noi dobbiamo aiutarli ad esprimerlo.

Come affrontare questo tragico evento

E' importante non tenere nascoste informazioni importanti; fate sapere ai vostri bambini se una persona a loro cara è gravamente ammalata e corre il rischio di morire. In un clima di sconvolgimento domestico ai bambini serve disciplina. Per sentirsi sicuro e per sapere che la sua vita non è stata del tutto stravolta, il vostro bambino ha bisogno che le regole consuete e la routine quotidiana continuino come meglio possono. Permettete al bambino se lo desidera di visitare la persona malata, non forzarli ma non scoraggiarli. Se non faranno visita siate pronti ad affrontare eventuali sensi di colpa del bambino. Preparate i vostri figli per la visita, parlando dell'ambiente in cui si trova la persona malata. Portare un dono a una persona malata può essere d'aiuto, i regali segnano gli eventi importanti come i compleanni. Lasciamo una parte di noi stessi alla persona che riceve il dono. E' un segno di amore o di amicizia tra chi offre e chi riceve il dono, un tacito strumento per esprimere affetto, in momenti in cui le parole sono difficili da pronunciare. Un dono può far continuare il senso di intimità di un rapporto di fronte alla prospettiva della separazione fisica. La visita dovrebbe essere breve e dopo si deve lasciare un tempo per elaborare insieme gli stati d'animo parlandone.

Amando i vostri figli siete tentati di proteggerli dalla morte di una persona che amano. Il funerale ha lo stesso senso della visita. Non forzare ma neppure impedire, i riti sono importanti perchè permettono la constatazione della realtà e la possibilità di dire addio. Anche le espressioni emotive di pianto o altro sono importanti sia da permettere al bambino sia da esprimere da parte del genitore perchè consentono la normalizzazione di espressioni dolorose che altrimenti vengono trattenute e non elaborate.

E' importante occuparsi della reazione emotiva del proprio bambino perchè: trovandosi di fronte a una realtà che essi non sono in grado di gestire, spesso i bambini escono dal mondo reale, preferendo un mondo che trovano più accettabile. Parlate al vostro bambino. La parola è sempre lo strumento migliore da usare quando trattate con il vostro bambino. Adoperate un lessico corretto: morto è morto, non "in viaggio". Siate aperti e sinceri e fate molte domande, così potrete ascoltare ciò che il vostro bambino ha da dire. Parlate di frequente. E' anche importante essere il più flessibile possibile. I bambini sono pronti a parlare in momenti e luoghi inconsueti. Siate pronti a parlare in qualunque momento lo sia il vostro bambino e cercate momenti e luoghi confortevoli e che non siano minacciosi nè per voi nè per il bambino. Fate sapere alla vostra famiglia e ai vostri amici come state lavorando con il vostro bambino e chiedete loro di sostenervi in questo.

Leggete al vostro bambino un libro che tratta in maniera costruttiva l'argomento della morte può aiutarvi a trovare le parole giuste da dire su un tema così difficile. Condividere il vostro dolore, le vostre lacrime e la vostra tristezza insegnerà al bambino che questi sono sentimenti appropriati e che provarli è cosa assolutamente normale. Osservare il bambino che gioca può farvi comprendere quali sono le sue preoccupazioni o i suoi pensieri. I bambini spesso rappresentano nel gioco situazioni della loro vita. Ci si deve preoccupare quando il bambino evita il dolore di questa perdita, escludendo la memoria. Talvolta un bambino svilupperà una specie di "amico" immaginario che sostituisce la persona che è venuta a mancare.

Il dolore

Il dolore nei bambini spesso si manifestano in forma di rabbia o di comportamento turbolento. Questo accade perchè le emozioni generate dal dolore, come anche le emozioni degli adulti che li circondano, sono forti e disorientanti. Però diversamente dagli adulti, i bambini non sanno come trattare queste emozioni. Essi non hanno ancora imparato a identificare, distinguere ed esprimere tali sentimenti, nè possono comprendere cosa sta accadendo, perchè si sentono insicuri o perchè provano un tale disagio nei confronti dei cambiamenti emotivi che vedono e avvertono negli adulti che li circondano. Di conseguenza è probabile che essi si sentano molto turbati e che reagiscono nel solo modo che sanno: manifestando rabbia, colpendo le persone che sono più vicine a loro, fratelli o sorelle più piccoli, amici, insegnanti o i loro genitori. Se voi comprendete ciò che sta accadendo, potete aiutare il vostro bambino in quei momenti difficili.

Fare dei disegni, scrivere dei testi può aiutare il bambino a esprimersi. Fare giochi di scarica, attività fisica o incanalare l'energia in attività come teatro, musica, etc...

A volte il bambino si sente in colpa perchè è ancora molto presente la loro onnipotenza o credenza magica o la voglia di attribuire ciò che accade per poter coltivare la speranza che loro possono fare qualcosa, possono essere diversi e determinare realtà differenti.

La depressione

Quasi sempre una perdita significativa è seguita da un periodo di depressione. Notate dei cambiamenti che vi impensieriscono? Sembra sempre stanco? Si lamenta di non sentirsi bene? Le prestazioni scolastiche sono un buon criterio-guida; tenetevi in contatto con l'insegnante o con il consulente scolastico di vostro figlio e scoprite ciò che essi hanno modo di osservare. I segni della depressione infantile sono simili a quella degli adulti: scarsa capacità di concentrazione (non riesce a seguire i suoi programmi televisivi preferiti), tendenza a isolarsi (trascorre più tempo nella propria stanza e declina gli inviti), inappetenza o eccessivo appetito, disturbi del sonno, minore interesse per il proprio aspetto, continua tristezza, pianto intensificato, nascosti sentimenti di rabbia, ascolto di musica malinconica, diminuito interesse per ciò che accade agli altri.

La morte di una persona cara tende a distruggere la sensazione del bambino che il mondo sia un luogo stabile e sicuro. Durante i traumatici giorni che seguono la morte, è probabile che il bambino si aggrappi a voi, per paura che perdendovi di vista anche voi possiate andarvene. Può piagnucolare e lamentarsi nel tentativo di esprimere questa insicurezza. Può anche esprimere il desiderio di dormire insieme a voi, ancora una volta per paura di perdere il contatto con voi. Potrebbe avere degli incubi che la tengono sveglia di notte. Può chiedervi di chiudere tutte le porte dell'armadio e di tirare le tende in modo che l'orco non entri. Cose che soleva fare senza preoccupazioni potrebbero ora divenatre problemi, come andare al bagno da sola durante la notte, dormire con la luce spenta, andare a giocare al parco o restare con la baby-sitter. Tutti questi sono tentativi di ritornare a un periodo in cui si sentiva protetta e al sicuro. Il dialogo è molto importante nell'attutire le paure. Incoraggiate a fare domande perchè questo è il solo modo in cui potete sapere a cosa sta pensando. Quando la vita diventa imprevedibile e i bambini sono impauriti e insicuri, è importante conservare le abitudini quotidiane quanto più è possibile, anche durante i giorni di trambusto immediatamente seguenti alla morte. Se il bambino vuole andare a scuola, lasciate che vada lì; circondato dagli insegnanti e dai compagni, potrebbe ritrovare un certo senso di sicurezza. Inoltre ditegli che, se ha bisogno di tornare a casa, ci sarà qualcuno che andrà a prenderlo.

Il contatto può essere uno degli strumenti più efficaci per aiutare un bambino a imparare a sentirsi sicuro e a cominciare a credere di nuovo nella vita. La morte di una persona cara è un evento altamente stressante e lo stress può creare ogni genere di problema fisico. Lo stress nei bambini spesso si manifesta sotto forma di mal di pancia o di un generico "Non mi sento bene", senza sintomi particolari.

Quando preoccuparsi

Dovreste preoccuparvi se vostro figlio si rifiuta di tornare a scuola; forse il bambino ha paura di lasciarvi temendo che anche voi possiate morire o sparire. Oppure potrebbe trattarsi di un bambino che ha trovato il modo di usare la morte a suo vantaggio, evitando qualosa che preferirebbe non fare.

E' necessario dire qualcosa all'insegnante e ai suoi compagni di classe, non fosse altro che per evitare dolorose dicerie che altrimenti di sicuro emergerebbero e per risparmiarle il peso di tenere un segreto così grande. E' probabile che non voglia apparire diversa dai suoi amici e compagni di scuola. Oppure potrebbe non essere sicuro della loro reazione e temere di non saper trattenere le lacrime in loro presenza e quindi di sentirsi in imbarazzo. Se, parlando con il bambino, riuscite a far esprimere ciò che prova potete cercare di tacitare i suoi timori.

Dott.ssa Avvantaggiati Azzurra

Bibliografia:

Fitzgerald H. (2002), Mi manchi tanto. Edizioni la meridiana.

Sunderland M. (2003), Aiutare i bambini...a superare lutti e perdite. Erikson.