FAMIGLIE MODERNE: NUOVE SFIDE
La famiglia cosiddetta tradizionale ha lasciato oggi il posto a nuove configurazioni familiari: famiglie monogenitoriali, ricostituite, unipersonali, omosessuali, di fatto, adottive, matrimoni misti e famiglie immigrate. Le difficoltà che queste famiglie incontrano sono le stesse di quelle tradizionali: definizione dei ruoli, identità sessuale, conflitti di lealtà, esercizio e riconoscimento del potere e della responsabilità e regolazione della vicinanza e distanza interpersonale. La specificità di queste famiglie non rappresenta di per sè un impedimento ad un'organizzazione funzionante, qualora la diversità venga riconosciuta ed affrontata. Queste famiglie sono considerate a rischio non tanto per la loro struttura, ma per i pregiudizi sociali con cui devono fare i conti e che possono diventare un ostacolo alla realizzazione di un'organizzazione familiare adeguata alla loro struttura.
Famiglie ricomposte
Per famiglia ricomposta s'intendela configurazione relazione che evolve a partire dalla famiglia binucleare che si forma dopo la separazione abitativa dei genitori a seguito del divorzio. I figli si ritrovano a muoversi tra due nuclei, tra due abitazioni, tra due modi di vivere. Queste famiglie vanno incontro a un ciclo vitale composto dai seguenti stadi: stadio della fantasia in cui si tenta di ricostruire la copia della famiglia precedente oppure al contrario si tenta di cancellare il passato; stadio della confusione in cui riemergono vecchi rancori, difficoltà nella relazione tra il genitore acquisito e i figli; stadio della crisi in cui aumentano la tensione e le ostilità; stadio della stabilità in cui si crea lentamente il senso del "noi" e i conflitti vengono riconosciuti e valorizzati come opportunità di reciproca conoscenza; stadio dell'impegno in cui ogni componente si assume le proprie responsabilità, nell'ottica di una cooperazione costruttiva che tenga conto delle esigenze di tutti e in cui il passato viene gradualmente integrato nel presente.
Ci sono dei compiti di sviluppo di questo tipo di famiglia, primo fra tutti quello di diventare un gruppo familiare senz aver avuto una storia comune, il che significa darsi un tempo giusto per creare una storia comune. Alla famiglia ricomposta viene richiesto di: separare il ruolo genitoriale da quello coniugale, definire la nuova coppia in rapporto alla precedente e definire la nuova coppia in rapporto ai figli. Il ruolo del terzo genitore dovrebbe essere quello dell'amico, confidente, l'altro genitore (in più) o il mentore. E' importante che eviti giudizi, sia ben disposto e aperto al cambiamento, non si assuma responsabilità che non gli competono e passi sempre attraverso il genitore biologico. Gli errori da evitare sono: pretendere di avere un ruolo paterno/materno, di essere distaccato come un ospite in visita, essere ambiguo nella manifestazione dei sentimenti e tentare di controllare il comportamento del bambino.
Coppie omossessuali
E' importante per le coppie omosessuali demarcare i confini intergenerazionali, per proteggersi dalle influenze negative degli atteggiamenti ostili dei genitori (es. distanziamento o indisponibilità emotiva). Tuttavia alcune coppie non riescono a porre le necessità della loro coppia al di sopra di quelle della famiglia d'origine. Un risultato uniforme dell'analisi dei dati, è che gli omosessuali maschi affrontano quasi sempre un atteggiamento ostile quando rivelano il loro orientamento sessuale ai genitori.
E' importante che la persona valuti insieme al terapeuta la sua capacità di affrontare una dolorosa crisi familiare. Si deve essere pronti alle reazioni negative e potrebbe essere utile coinvolgere i compagni. E' necessaria questa attenzione soprattutto per quelle persone che non vivono fuori dalla famiglia perchè potrebbero non essere in grado di porre quei confini emotivi necessari a proteggere il rapporto adulto.
La coppia che sceglie l'adozione
Per iniziare una relazione adottiva è indispensabile che la coppia sia disposta ad accogliere e a prendersi cura di un figlio "nato da altri". Il figlio verrà accolto solo se rimarrà il "filgio desiderato" e non "figlio del bisogno", non dovrà quindi servire per soddisfare i bisogni degli adulti. La sterilità è un evento paranormativo nel ciclo della vita familiare, che richiede particolari riorganizzazioni degli aspetti relazionali sia all'interno che all'esterno della famiglia. La coppia, anzichè fermarsi e riflettere, può spingersi sul fare. Ci sono invece dei particolari compiti emozionali a cui deve far fronte:
- a livello personale, la sterilità rappresenta una grave ferita dell'identità e implica una rinuncia definitiva alla realizzazione dell'ideale dell'io e può sfociare nella depressione
- a livello di coppia mette a dura prova gli equilibri costruiti fino a quel momento, attivando risorse o conflitti
- l'area della sessualità può subire profonde modificazioni, perdendo la procreatività, la coppia deve riscoprire la sessualità come valore di reciproco scambio
E' importante che l'adozione non venga considerata come la soluzione al problema della sterilità della coppia. La coppia deve prima essere aiutata ad accettare la propria incapacità a generare anche attraverso una ridefinizione della propria identità personale e di coppia. Con l'aiuto del terapeuta dovrà rinunciare al figlio naturale e separarsi dalle fantasie che ha suscitato, ricostruire un patto affettivo e coinvolgere il sistema familiare allargato. Spesso chi adotta ha il desiderio di un bambino senza passato: questo nasconde la paura della coppia a confrontarsi con la storia, che invece rappresenta una parte peculiare della identità del bambino e non può essere cancellata. Solo i futuri genitori che non entreranno in contrapposizione/competizione o esitamento/rifiuto sapranno accettare serenamente la doppia appartenenza del figlio. I genitori dovranno quindi aiutare il bambino a integrare le due famiglie.
Dott.ssa Azzurra Avvantaggiati
Bibliografia:
Andolfi M. (a cura di) (1999). La crisi della coppia. Milano: Raffaele Cortina.